Federico by Tullio Kezich

Federico by Tullio Kezich

autore:Tullio Kezich [Kezich, Tullio]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858843222
editore: Feltrinelli
pubblicato: 2021-04-15T22:00:00+00:00


25.

Il vescovone della Federiz

Nelle settimane che seguono l’uscita di La dolce vita, Fellini si abbandona a un’esistenza provvisoria, va su e giù per l’Italia a volte senza un preciso motivo. Incontri, dibattiti, interviste, fotografie, pranzi, telefonate. È il suo modo di rilassarsi: si lascia trasportare dall’onda, segue il flusso contraddittorio degli impegni utili e inutili, galleggia. La sua mobilità convulsa, che si svolge fra Roma e Milano con riposanti nottate nella rumorosa solitudine del vagone letto, gli schiude parentesi di serenità nelle quali scivolare con lieta naturalezza. Al ristorante o in casa di amici, affidandosi a conversazioni che ascolta con un orecchio solo; in giro per le città del Nord, nelle sere nebbiose, magari con una tappa gratificante a guardare le code davanti ai cinema dove si proietta il film. A Rimini lo vedono passeggiare con Marcello lungo la spiaggia corrosa dal mare d’inverno.

Il successo del film ha sorpreso il regista, ma più lo sorprende l’accanimento delle polemiche. La gente lo ferma per strada, gli chiede chiarimenti: “È vero,” si informa una ragazza, “che Paolina nel finale vorrebbe saltare il fosso e andare con quelli dell’orgia?”. È evidente che ciascuno legge il film alla propria maniera, trovandoci quello che desidera. Fellini è allarmato da certi sguardi di avversione o addirittura di minaccia che lo folgorano per strada, dal giornalaio, al bar. Sull’argomento scambia impressioni con Pasolini, che sta diventando una specie di perseguitato politico professionista. E finisce per stabilire che la natura di certi consensi è imbarazzante quanto quella dei dissensi. Se qualcuno lo incoraggia “Bravo, continui così!”, Federico si chiede: ma continuare cosa?

La dolce vita ha provocato un terremoto. Si sono guastate vecchie amicizie, se ne sono create di nuove. Il mondo del cinema, in generale, è contrario al film: l’invidia, sentimento che nell’ambiente alligna in forma patologica, non consente alla maggior parte dei colleghi nessuna lucidità di giudizio. Quanto agli intellettuali, dopo il successo, dicono che il film ripulito, doppiato e missato sembra molto meno bello, e che Steiner è inaccettabile. Pasolini e Moravia, legati a interpretazioni critiche del tutto personali, inquietano l’autore più che rassicurarlo: l’etichetta di neodecadente non gli piace, l’accostamento al poeta Giovanni Pascoli lo rende perplesso. Credeva di aver fatto tutta un’altra cosa, molto più terra terra: un settimanale inventato, un rotocalco in pellicola.

Sophia Loren, che ha visto il film in privato, appena uscita si è accoccolata nella macchina di Federico e gli ha sussurrato: “Ma poverino, cos’hai dentro?”, una battuta di Viaggio con Anita. Si torna a parlare di questo progetto, ma La dolce vita ha impresso una tale accelerazione all’esistenza dell’autore che non se la sente più di tornare su idee precedenti. In lui qualcosa si è modificato per sempre, molto deve mutare nella sua vita e nel suo lavoro. I giornaletti scandalistici interpretano a modo loro certi segnali scrivendo che Federico lascia Giulietta, ma la notizia è come sempre senza alcun fondamento. Federico tiene a smentire non solo le voci di una separazione coniugale, ma anche quella di un divorzio artistico: ha diverse idee su Giulietta e ha deciso che faranno presto un altro film.



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